Lo scorso 3 aprile 2025, il Parlamento Europeo ha votato, con procedura di urgenza, a favore del rinvio delle date di applicazione delle nuove normative Ue in materia di due diligence e bilancio di sostenibilità. Il rinvio è stato disposto con la direttiva “Stop the clock”, in approvazione al Consiglio.
Il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura una proposta chiave della Commissione UE che potrebbe cambiare i tempi della rendicontazione di sostenibilità per molte imprese. Si tratta della cosiddetta proposta “Stop the clock”, parte del pacchetto normativo denominato “Omnibus I”, presentato a fine febbraio 2025 con l’obiettivo di semplificare e razionalizzare la normativa europea in materia di sostenibilità. Il provvedimento, che ha già ricevuto l’approvazione del Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l'UE), prevede principalmente un rinvio dell’entrata in vigore di alcune disposizioni cruciali relative al Bilancio di sostenibilità e agli obblighi di due diligence delle imprese.
In particolare, è stato proposto un differimento di due anni dell'applicazione degli obblighi contenuti nella Direttiva (UE) 2022/2464, nota come CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), per le grandi imprese che ancora non avevano avviato i processi di rendicontazione e per le PMI quotate. La proposta prevede, inoltre, un rinvio di un anno sia del termine per il recepimento nazionale, sia della prima fase di applicazione della Direttiva (UE) 2024/1760, la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), che introduce obblighi di diligenza a carico delle imprese in materia di sostenibilità e diritti umani.
Il provvedimento risponde alle difficoltà operative e interpretative che molte aziende, soprattutto di piccole e medie dimensioni, stanno incontrando nell’adeguarsi a normative complesse e articolate. Il “fermo orologio” non rappresenta un passo indietro sugli impegni dell’Unione in tema di sostenibilità, ma un tentativo di calibrare meglio i tempi per consentire una transizione più efficace e omogenea tra i vari attori economici coinvolti.
Il rinvio dell’obbligo di predisporre il Bilancio di sostenibilità rappresenta, per molte aziende, un’opportunità importante per prepararsi in modo più consapevole ed efficace alla rendicontazione ESG (Environmental, Social and Governance). Le imprese, in particolare quelle che non hanno ancora implementato sistemi strutturati di raccolta e gestione dei dati di sostenibilità, avranno più tempo per allinearsi agli standard europei e dotarsi degli strumenti necessari.
Anche in relazione alla direttiva sulla due diligence (CSDDD), il rinvio permette alle imprese di affrontare con maggiore gradualità l’integrazione dei criteri di sostenibilità nelle loro catene di fornitura, evitando soluzioni affrettate o formalistiche. In un contesto globale complesso, dove le relazioni commerciali si estendono spesso a territori con normative e sensibilità molto diverse, disporre di un anno aggiuntivo per conformarsi può fare la differenza tra un'adozione formale e un’implementazione davvero efficace e responsabile.
Sebbene lo “stop the clock” rappresenti un momento di pausa, non equivale a una sospensione degli obiettivi ambientali e sociali dell’UE. Al contrario, il rinvio dovrebbe essere interpretato come un’opportunità per rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e stakeholder, rendendo l’attuazione del Bilancio di sostenibilità più solida e condivisa. Nei prossimi mesi, infatti, si prevede un’intensificazione delle attività formative, della produzione di linee guida operative e della condivisione di buone pratiche, che potranno rendere più agevole e comprensibile il percorso verso la sostenibilità.
È probabile che, parallelamente, si assista a una crescente pressione da parte di investitori, consumatori e società civile affinché le aziende non utilizzino il rinvio come pretesto per ritardare l’integrazione dei principi ESG nei propri modelli di business. In molti settori, la sostenibilità non è più solo un obbligo normativo, ma un elemento distintivo di competitività, reputazione e attrattività sul mercato. Nel lungo termine, il pacchetto Omnibus e il rinvio approvato potranno favorire una maggiore coerenza normativa, evitando frammentazioni e sovrapposizioni che avrebbero potuto rendere l’intero impianto normativo europeo meno efficace. Se gestito bene, questo rallentamento temporaneo potrebbe quindi tradursi in un’accelerazione della qualità e della profondità della rendicontazione, contribuendo a fare del Bilancio di sostenibilità non solo un adempimento, ma un vero strumento strategico per la trasformazione delle imprese.
Le ultime News
Forniamo consulenza specializzata in strategia di sostenibilità, analisi dei dati ESG, progetti di comunicazione d’impresa e redazione del bilancio di sostenibilità.
Mpartners Srl
P.IVA 08727090014
Sede Torino
Corso Re Umberto, 8
10121 Torino
T./F. +39 011537681
info@esgvision.it
Sede Milano
Via Statuto, 10
20121 Milano
Tel. +39 0258459100
Fax +39 0258459170
info@esgvision.it